11 novembre 1999
11 novembre 1999, ore 02.20 circa di notte.
Punta pianta tacco, punta e via sull’altro piede tutto il peso di un woofer che schiaccia lo stomaco e fa salire l’adrenalina e sudore e calore.
Occhi chiusi, per carita’, stroboscopicamente riaperti ogni tre battute.
I’m the bitch you hated, filth infatuated…
I’m the pain you tasted, well intoxicated…
Capelli attaccati in fronte, mani che spingono la botta sonora, schiena curva, si rimbalza di nuovo.
Sorrisi, frasi urlate nelle orecchie, luci e il suo profumo.
Paolo e Joe al tempo si vedono raramente, mai durante la settimana, casualmente nel weekend. Ma la percentuale di probabilita’ impenna drasticamente quando il dj fa partire quel pezzo.
I’m a firestarter, twisted firestarter!
You’re the firestarter, twisted firestarter!
La pista inizia a saltare. Paolo gonfia le guance e genera un boato di urla. Se e’ a bere al bar, si fa spazio nello struscio e si piazza davanti alla console. E’ li’ che incontra matematicamente Joe. L’uno di fronte all’altro, poi, costringono la pista ad aprirsi, un po’ come Mose’ con le acque rosse. Qualcuno li guarda male, qualcuno tira qualche gomitata. Qualcuno partecipa al rito estatico del ballo sfrenato.
Punta pianta tacco, punta. BOOM!
I’m the self inflicted, mind detonator
I’m the one infected, twisted animator
La Fra e’ sempre vicino a Paolo. Joe li guarda, sorride. Stanno bene insieme. Ballano nella stessa maniera, piu’ che morosi sembrano fratelli. Guarda come ridono insieme! Non la smetteranno mai di fare gli stupidi…
E in quella trinita’, pensano che la felicita’ non possa mai avere fine.