Mamma all’attacco
Anna ha riaccompagnato mia madre a casa stamattina. Saranno state le otto, non lo so. Per l’ennesima volta era sbronza schifosa, con l’abitino che le aveva regalato papa’ un paio d’anni fa, quello tutto tagliato di sbieco, con i buchi nella schiena. Doveva essere rosso, ma oggi ha una bella macchia verde bile proprio sull’ombelico. Mirra misto sbocco, come profumo globale. Se almeno oltre a mia madre vomitata avesse portato al sottoscritto un paio di briochine appena sfornate, giusto per coprire il puzzo di marcio, sarebbe stato un gesto neanche troppo stupido. E invece Anna molla il sacco di patate sul divano di piume d’oca, proprio nel posto dove si sedeva papa’ per ore. La gonna e’ salita, e vedo quella specie di perizoma striminzito che tenta, con scarso successo, di contenere il buco da dove sono uscito io. Non un gran inizio giornata… che continua sui medesimi binari.
E senza grandi colpi di scena sale, nella noia di un dicembre improvvisato, quel senso di inutilita’ tipico, dopo aver sorriso, piu’ o meno forzatamente, per giorni interi, senza riuscire mai a combinare niente di che. E mentre mia madre si chiude nel cesso a piangere per poi ricominciare a farsi bella, svengo sul divano. Dopo kili di carne, oggi non riesco ad ingerire nemmeno un gelato.
Inizia quindi il momento dell’autosevizia, con colonne sonore rigorosamente acustiche, tra Pearl Jam e Counting Crows e Alice in chains. Inevitabile svenire per la seconda volta, per un’altra ora, con la faccia affondata tra i cuscini del divano, che si sa mai che scatti un attacco di pianto incontrollabile e incontrollato…
Ain't found a way to kill me yet Eyes burn with stinging sweat Seems every path leads me to nowhere Wife and kids and household pet Army green was no safe bet The bullets scream to me from somewhere
Ora di cena. Lei si e’ ristabilita, pronta ancora a fare guerra psicologica a papa’. L’ho sentito, oggi, e non era proprio al settimo cielo. Dice che sara’ lungo, questo dicembre. Dice che spera di non incontrare mamma per un po’. Ma ci scommetto che lei chiamera’ di nuovo quella stronza di Anna e insieme batteranno il centro per riuscire a farsi vedere belle sorridenti e sicure di se’ da papa’ e amici.
Esce per le dieci. Io la intravedo in un bar con un amico, ma giro i tacchi e me ne vado. Che e’ meglio. Vorrei chiederle un paio di cose, almeno sapere perche’ in casa e’ uno straccio e fuori sembra che non gliene freghi niente. Ma e’ inutile, battaglia persa, con lei. Dice che devo crescere, che prima o poi le cose le capiro’ e smettero’ di dare ragione a papa’, che e’ un coglione e che e’ un po’ una mezzasega. Che lei si che ha le palle, e anche Anna, che le e’ stata cosi’ tanto vicino, quando stava male…
Ho gia’ paura. Domani parto per la Corsica e mia madre rimarra’ una settimana da sola.
Non oso immaginare come concera’ la casa. Dovro’ scrivere Paolo su tutti i cd, perche’ so gia’ che arriveranno un paio di amiche che hanno il vizio di farsi di coca sul retro dei dischi.
Stamattina ha chiamato un coglione. Ho riattaccato istantaneamente. Odio chi non si presenta correttamente al telefono.
“Ciao, c’e’ la mamma?”
Uno. Chi ti autorizza a darmi del tu.
Due. Cosa cazzo ne sai che sono suo figlio?
Tre. Chi cazzo sei tu, chiami a casa mia, non ti interessi neanche se mi hai disturbato, se sto mangiando, se mi scaramelli i coglioni, niente, e vuoi sapere se c’e’ la mamma???
Ma vaffanculo.
Risposta. “No, mamma non c’e’. Tu chi sei?”
Gelo. Toccato sul vivo.
Mia madre ha il vizio di conoscere gente strafottente piena di soldi, senza il minimo rispetto di lei, attratti dal suo fondoschiena e dagli occhi color nocciola. Non capisco perche’ mai e’ stata insieme a papa’, che e’ agli antipodi.
Il testa di cazzo risponde.
“Dille che ha chiamato Gaspare, ciao.”
Click.
1 Comment
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Gasta sei un genio schifoso, sei un genio schifoso e come tale probabilmente sarai sempre infelice, sei un genio schifoso e il tuo sito, prendila con le pinze questa frase, e’ il libro piu bello che sia mai stato scritto, sei un genio schifoso e a volte ti odio per quanto le tue creature riescano ad entrare cosi’ tanto dentro, e forse e’ per questo che qualcuno dice cose brutte, perche’ fai paura tanto che riesci a sviscerare la realta’, a dimostrare che in fondo tutti sono sbiadite copie di se stessi, sei un genio schifoso, e a volte spaventi anche me. Ed e’ per questo che ti voglio cosi’ bene.