Melassa
La giornata di melassa, lenta e silenziosa, sembra non avere il minimo senso.
Da giorni le tapparelle rimangono abbassate, come a conservare il fiore reciso della ritrovata malinconia che da anni accompagna la vita di Anna.
E se per alcuni mesi, insieme alla sua migliore amica, e’ riuscita ad essere la spalla di giochi esotici e bizzarri, ora, ahilei, sente che tutta quell’area del cervello che produce felicita’ e serenita’ ha lavorato troppo e ha deciso di andarsene in ferie, senza preavviso.
Colpevole delle proprie lacrime, si barrica sotto le coperte, legge un libro inutile e spera che nessuno la chiami.
Quando il bambino era bambino, se ne andava a braccia appese.
Voleva che il ruscello fosse un fiume, il fiume un torrente, e questa pozza il mare.
Quando il bambino era bambino, non sapeva d’essere un bambino.
Per lui tutto aveva un’anima, e tutte le anime erano tutt’uno.
Quando il bambino era bambino, su niente aveva un’opinione.
Non aveva abitudini. Sedeva spesso a gambe incrociate, e di colpo sgusciava via.
Aveva un vortice tra i capelli, e non faceva facce da fotografo.
1 Comment
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da brivido… le parole del cielo…