A chi mandare il curriculum
Ho tradotto il curriculum, scritto una lettera di presentazione in qualche modo, impaginato in modo che ritenevo decente e realizzato uno showreel.
Moltissime persone mi chiedono “ehi, ma avevi contatti, conoscevi qualcuno su, chi ti ha aiutato?” e la risposta è no. Nessuno. Nessun contatto, nessuna maniera.
Quindi l’unica cosa che potevo fare era cercare su google.
Ho fatto una lista di email di studi e agenzie a cui mandare i miei curriculum. In realtà ho iniziato da uno: The Mill. The Mill rappresentava un po’ il sogno vero. Avrei accettato anche di diventare uno stagista per loro. Quella prima email è stata la più complicata da mandare. Avevo paura letteralmente che mi rispondessero. Non che non mi prendessero, eh. Solo che mi chiamassero e che, in qualche modo, poi fossi costretto a partire.
Non ho mandato altre email, oltre a quella. Passarono alcuni giorni ed effettivamente non mi risposero. E nel mentre il terrore al momento dell’invio si trasformò in fastidio. Puro orgoglio ferito. Perché cazzo non mi rispondono, mi chiedevo, non sono abbastanza? Perché non mi rispondono?
Così, Google alla mano, ho cominciato a raccogliere altri indirizzi email di tutti gli studi in cui mi sarebbe piaciuto lavorare e ad inviare seriamente. Dieci al giorno, poi venti, poi trenta. Ed aspettare.
Poche agenzie di recruitment, nessun contatto, nessun “mi aiuti per piacere”, o “conosci qualcuno che”, nessuna raccomandazione. Vorrei che fosse chiaro: nessuna raccomandazione vi farà trovare lavoro a Londra se effettivamente non siete appropriati per quella posizione. Questo ve lo posso dire, almeno nel mio campo, dopo quasi 2 anni di esperienza.
E quindi, copia e incolla della lettera di presentazione, stando attendo a scrivere tutto giusto e che il curriculum fosse allegato davvero (niente di peggio che mandare un’email senza allegato, quando si tratta di lavoro, no?) e via. In tre giorni avrò mandato un centinaio di email.
Risposte? Nessuna.
Non c’è mai stata frustrazione, però. E non ho nemmeno mai ascoltato chi mi diceva “chi ti credi di essere?”, quando dicevo che stavo cercando lavoro a Londra.
“Eh ma là è tutt’altro livello”, sostenevano.
Invece no. Cos’ho sbagliato, mi sono chiesto?
E sono contento di non essermi arreso o aver ascoltato gli impliciti no. Cos’ho sbagliato in quelle email, in quel curriculum, in quello showreel?