Lavabo

E quando anche l’ultima fiamma della rinverdita primavera si estingue in gocce di fumo in costante loop attorno ad un’ossessione, quando l’ennesimo urlo si sara’ strozzato nel liquido lento e viscoso di un tiepido pomeriggio di lacrime immotivate, quando vedrai il sole lontano di una luna che sembra un faro a mezz’aria, schiantato di fronte al tuo zenith, capirai il senso dei quattro quarti di un cuore impazzito nella improvvisazione del lento divenire quotidiano.
[l’odore acre e penetrante della sconfitta]


Che cos’e’ la felicita’?
Che cos’e’ la soddisfazione?
E la dignita’?

Io. Cosa sono io?
Io sono nulla. Io diventero’ nulla.
Io. Ho dimenticato il ricordo di me.
Mi guardo nello specchio annebbiato dalla doccia delle sei e trenta di mattina. Passo il polpastrello dell’indice da sinistra a destra, una riga sicura e netta. Poi con il palmo striscio la condensa fino a farne colare disegni tremolanti. Compaiono come fantasmi i miei occhi ancora cerchiati dalla notte appena finita e dal caldo dell’acqua che invano ha tentato di svegliarmi.
Bolle di sapone al sapore di allegria scompaiono dal colluttorio che sopprime l’odore orale.
Dove sei?
Ancora di fronte a quest’immagine?
Ancora, sei ancora sicuro di essere tu, questa cosa di te?
Immergo le mani nel lago del lavandino. Una conca mi gavettona i capelli.
Lenta poi la lama passa dalla basetta, alto in basso. Calma lei. Calma, silenziosa, ma non muta. La schiuma crea sottili paste che sembrano meringhe. Le mangerei.
Ahi!
Devi stare attento alla lama e al tremore delle tue vecchie mani alcolizzate. Devi stare attento.
Guardi mischiarsi il bianco con il rosso. Sembra panna e fragola. Con il dito disegni sullo specchio il tragitto intrepido del dentro tuo che decide di uscire.
Plip. Plip. Plip.
L’acqua nel lavabo e’ piu’ divertente cosi’ colorata.
Plip. Plip. Plip.
Mi scappa da ridere.
E invece mi siedo e aspetto, chiudo gli occhi, silenzio.
Shhh…
Ora non voglio piu’ vivere.
Ora voglio che tutto muoia.
Ma voglio godere nella morte del tutto, sapendo di essere il solo ad essere capace di contemplare lo spettacolo.
Chi sei tu?
Chi sono io?
Chi sei tu?
Come e’ successo tutto quanto?
La mia vita ha le ore contate.
Tic.
Tac.
Plip.
Plip.

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